mercoledì 8 dicembre 2010

Il mondo 30 anni dopo la morte di John Lennon

"Consideratemi fuori, voi che agitate libretti rossi, mi vedrete sulle barricate solo con un fiore...".




Molti di voi oggi staranno stupidamente festeggiando immagini procrastinate di sconvolgente falsità autoindotta.
Il vero e unico Dio muore oggi e ha continuato a morire lentamente negli ultimi 30 anni.

martedì 14 settembre 2010

ESCE LA PRIMA STESURA DI «SULLA STRADA», ROMANZO-MITO DELLA BEAT GENERATION

Per gentile concessione di Luigi Bernabò Associates— © 2007 John Sampas Literary representative of the estate of Stella Kerouac Sampas; John Lash, executor of the estate of Jan Kerouac; Nancy Bump; and Anthony M. Sampas — © 2010 Arnoldo Mondadori editore S.p.a., Milano
Tratto dal corriere della Sera.

On the road
Ecco la versione originale del capolavoro di Kerouac

DI JACK KEROUAC
Quando conobbi Neal mio padre era morto da poco... Ero appena guarito da una malattia grave della quale mi limiterò a dire che aveva certamente qualcosa a che fare con la morte di mio padre e la mia atroce sensazione che tutto fosse morto. Con l’arrivo di Neal cominciò davvero quella parte della mia vita che potremmo chiamare la mia vita sulla strada. Prima di allora avevo sempre sognato di andare nel West, vedere il Paese, ma erano sempre progetti vaghi e non ero mai partito. Neal è il compagno perfetto per la strada perché ci è nato sulla strada, mentre i suoi genitori erano di passaggio a Salt Lake City nel 1926, su un’auto scassata, in viaggio per Los Angeles.

Nel cuore del territorio del Pecos ci mettemmo a discutere su quali personaggi saremmo stati nel Vecchio West. «Neal, tu saresti certamente un fuorilegge» dissi «ma uno di quegli svitati e spassosi fuorilegge che attraversano le pianure al galoppo e si divertono a sparacchiare nei saloon». «Louanne sarebbe la bella della sala da ballo. Bill Burroughs abiterebbe in fondo alla città, un colonnello confederato a riposo, in una grande casa con tutte le imposte chiuse e uscirebbe solo una volta all’anno per incontrare il suo spacciatore in un Vicolo del Quartiere Cinese. Al Hinkle passerebbe le giornate a giocare a carte e raccontare storie seduto in poltrona. Hunkey vivrebbe con i cinesi; lo vedremmo passare sotto i lampioni senza degnarci di uno sguardo con una pipa d’oppio e la coda di cavallo». «E io?» dissi. «Tu saresti il figlio dell’editore del giornale locale. Ogni tanto perderesti la testa e andresti a divertirti con la banda degli altri pazzi. Allen Ginsberg---sarebbe un arrotino che affila le forbici e scende dalla montagna una volta all’anno con il suo carretto e predice gli incendi e la gente arrivata dal confine lo farebbe ballare a suon di schioppettate. Joan Adams... vivrebbe nella casa con le imposte, sarebbe l’unica vera signora in città ma nessuno la vedrebbe mai». Andammo avanti a lungo, passando in rassegna la nostra galleria di canaglie. Anni dopo Allen sarebbe sceso dalla montagna con la barba lunga e non avrebbe avuto più le forbici, solo canti di catastrofe; e Burroughs non sarebbe più uscito di casa una volta all’anno; e Louanne avrebbe sparato al vecchio Neal mentre usciva di casa barcollando; e Al Hinkle sarebbe sopravvissuto a tutti noi e avrebbe raccontato storie ai giovani di fronte al Silver Dollar. Hunkey sarebbe stato trovato morto un freddo inverno in un vicolo. Louanne avrebbe ereditato la sala da ballo e sarebbe diventata una signora e una dei cittadini più influenti. Io sarei scomparso nel Montana e nessuno avrebbe più sentito parlare di me. All’ultimo tirammo dentro anche Lucien Carr---sarebbe scomparso da Pecos City e tornato anni dopo scurito dal sole africano con una regina africana per moglie e dieci bambini neri e una fortuna in oro. Bill Burroughs sarebbe impazzito un giorno e avrebbe cominciato a sparare all’intera città dalla finestra; avrebbero dato fuoco alla sua vecchia casa e tutto sarebbe bruciato e Pecos City si sarebbe trasformata in una città fantasma di rovine carbonizzate tra le rocce arancioni. Ci guardammo intorno in cerca di un sito possibile. Il sole stava tramontando. Io mi addormentai sognando la leggenda.

Volevo fare l’amore con Edie per l’ultima volta ma lei non voleva saperne. Andammo in auto fino al Lago, da soli, lasciando Neal all’albergo le cui proprietarie puttane in pantaloni si erano rifiutate di lasciar entrare Edie per due chiacchiere e una birra («Che razza di posto pensate che sia!») e Edie le aveva mandate al diavolo. Al lago restammo seduti in auto come due innamorati qualsiasi. «E se tu e io ci provassimo per la prima volta o per l’ultima volta o come la vuoi chiamare ». «Non dire stupidaggini». Mi arrabbiai e saltai fuori dall’auto e chiusi di botto la portiera e andai a «rimuginare» vicino all’acqua. Aveva sempre funzionato un tempo, lei mi seguiva e mi rassicurava. Ma ora si limitò a fare marcia indietro e tornare a casa a dormire, lasciandomi con sette miglia di Detroit notturna da fare a piedi perché non passavano autobus nei paraggi. Camminai per quattro miglia fino alla prima fermata del tram. Era come le passeggiate che facevo nel buio di Alameda boulevard a Denver quando battevo la testa sull’asfalto che scintillava al chiaro di luna. Era finita, Neal diceva che tanto valeva partire per NY. Io volevo fare un ultimo tentativo. Andammo da Edie l’indomani pomeriggio e passammo altre cinque ore a bighellonare con i ragazzi e divorare le provviste nel frigorifero mentre sua madre era al lavoro. Poi Edie ci disse di andare ad aspettare nel bar di Mack Ave. Quello con il barista ficcanaso, dove ci avrebbe raggiunto più tardi. Appena girato l’angolo mi voltai e la vidi salutare un uomo alla guida di un’auto sulla strada e uscire dalla porta di casa per salire a bordo. L’auto fece marcia indietro per non venire nella nostra direzione e se ne andò. Dissi «Cosa diavolo succede? Era proprio Edie quella? Non doveva raggiungerci al bar?». Neal rimase in silenzio. Aspettammo per un’ora e poi lui mi abbracciò e disse «Jack lo so che non ci vuoi credere ma perché non apri gli occhi? Non capisci che ha un ragazzo, un fidanzato a Detroit, è appena venuto a prenderla. Se vuoi aspettarla qui la aspetterai per tutta la notte». «Ma non è da lei!». «Le donne non impari a capirle nemmeno dopo un milione di anni. È proprio come Louanne, amico, sono tutte puttane---e tu sai che uso il termine puttana in un senso completamente diverso da quello originario. Ti cancellano dalla mente e poi se ne fregano di te come se fossi una vecchia pelliccia da cambiare. Le donne sono molto più brave degli uomini a dimenticare. Ti ha dimenticato, amico. Ma tu non ci credi». «Non posso crederci». «L’hai vista coi tuoi occhi no?». «Temo di sì». «Se l’è svignata insieme a lui. E che stronza, neppure il minimo accenno a quello che aveva in mente. Oh amico, io le conosco queste donne, l’ho guardata bene in questi due giorni e io le conosco, le conosco». L’estate era finita. Eravamo fermi sul marciapiede davanti al bar---e cosa diavolo ci facevamo a Detroit?---e cominciava a fare freddo. Era il primo crepuscolo freddo dalla primavera. Ci stringevamo dentro le nostre magliette. «Ah amico lo so come ti senti. Ed è una costante della nostra vita---io ho chiuso con Carolyn, ho chiuso da un pezzo con Louanne, e ora tu hai chiuso con Edie. Andremo a NY e ricominceremo da capo. Ho amato Louanne con ogni fibra delle mie ossa, amico, e in cambio ho ricevuto lo stesso tuo trattamento». Ciononostante tornai a piedi a casa di Edie per vedere se c’era. La madre era in casa adesso, la vidi attraverso la finestra della cucina. Un’epoca della mia vita si era definitivamente conclusa. Ero d’accordo con Neal. «La gente cambia, amico, è questo che devi capire». «Spero che tu e io non cambieremo mai». «Lo sappiamo, lo sappiamo ». Prendemmo un tram fino al centro di Detroit, e all’improvviso mi tornò in mente che Louis Ferdinand Celine una volta aveva preso lo stesso tram con il suo amico Robinson, chiunque fosse Robinson se non probabilmente Celine stesso; e Neal era come me, perché la notte prima avevo sognato Neal in albergo, e Neal era me. In ogni caso era mio fratello e restammo insieme.

martedì 13 luglio 2010

Imperial Bedrooms



In italia arriverà per gli inizi di ottobre 2010 e sarà pubblicato dalla Einaudi.

Dopo il suicidio di Wallace e il decesso di Salinger, non c'è rimasto che lui:
Bret Easton Ellis.

mercoledì 5 maggio 2010

mercoledì 3 marzo 2010

Richey Edwards


Ad Ottobre per la Picador uscirà il nuovo romanzo di Ben Myers: Richard.
Cerchiamo di dare un'ordine alle cose.
Sono passati dieci anni da quando Richey Edwards è sparito.
Richey, intellettuale prestato al rock, era il chitarrista e il songwriter dei Manic Street Preachers, uno dei gruppi di maggior successo della scena rock inglese dei primi anni '90. Un giorno, semplicemente, Richey è sparito.
Nessuno, né la sua famiglia né i suoi amici e compagni – James Bradley, Sean Moore e Nicky Wire – ha mai più saputo nulla di lui, se è vivo, se è morto o se si è nascosto al mondo perché ne aveva abbastanza.

La sua è una delle tante storie maledette di cui è costellata la storia del rock, esistenze consumate dalla creatività potente e feroce che nasce dal tormento interiore, vite di ragazzi inquieti che diventano leggende.
È anche la storia del disagio esistenziale dei giovani degli anni '90, troppo sbrigativamente etichettati con la generazione X descritta da Douglas Copland.
Ne fanno parte anche i musicisti che non trovano nemmeno nel successo una via di uscita dai propri drammi e dal senso di non appartenenza che li affligge.
Richey Edwards è uno di questi ragazzi arrabbiati e confusi.

Meno nichilisti e disperati dei Nirvana e dei gruppi grunge americani, i Manic Street Preachers non sono comunque mai stati una band comune.
Arrivati al successo nel pieno della stagione brit-pop dai quartieri popolari di Blackwood nel Galles, i Manic sono la coscienza inquieta di quella stagione di orgoglio britannico. Molto vicini alla tradizione agit-rock dei Clash, alimentano la loro musica con la rabbia, sparando a zero contro ingiustizie sociali e danni del capitalismo, come se avessero sempre davanti agli occhi le facce dei minatori in sciopero negli anni duri della Thatcher che vedevano ogni giorno da ragazzini.
Solitamente in Inghilterra i musicisti che vengono da famiglie proletarie diventano mods arrabbiati e senza valori se non quelli dell'orgoglio britannico e della vita da strada. Quelli che invece vedono la musica come ideale e lanciano messaggi politici sono i cosiddetti ragazzi della “public school”, figli colti di famiglie progressiste e agiate, abituati a ragionare fuori dagli schemi delle classi. Così erano i Clash negli anni ‘70, così sono oggi i Blur, i Coldplay e i Radiohead.
I Manic Street Preachers sono qualcosa di nuovo: proletari gallesi, figli di minatori che suonano rock, leggono Mishima, Kerouac e Malcolm Lowry, studiano Marx, Nietzsche e la storia contemporanea e riempiono le canzoni di messaggi sociali e citazioni dai discorsi di Nixon e Martin Luther King.
Unendo musica pop, attitudine punk e impostazione politica marxista i Manic Street Preachers diventano una delle band più politicizzate degli anni ‘90, raccogliendo l'eredità lasciata nei due decenni precedenti da Clash e Public Enemy.

Richey Edwards all'inizio è solo quello che guida il furgone della band. Poi diventa il secondo chitarrista, anche se la sua chitarra, come il basso di Sid Vicious nei Sex Pistols, raramente è collegata agli amplificatori durante i concerti.
Lui è l'immagine, il simbolo e la coscienza della band, e soprattutto scrive insieme a Nicky Wire le parole delle canzoni. Dietro alla sua aria mite e all'aspetto fragile, c'è una determinazione feroce, un'attitudine artistica radicale e un fuoco creativo che comincia molto presto a consumarlo. Richey dice da subito che i Manic Street Preachers sono destinati a irrompere sulla scena rock, lasciare un segno e poi implodere.
Tra il 1991 e il 1995 la band pubblica tre album intensi, aspri e molto poco accattivanti: il doppio Generation Terrorists , poi Gold Against the Soul e infine The Holy Bible, considerato il loro capolavoro.
La loro musica suona come una sveglia nella coscienza addormentata dei giovani inglesi annichiliti dalla Thatcher e da John Major. In quegli anni la scena di Manchester sta iniziando il suo declino e la promessa di una via di uscita regalata dalla diffusione di massa dell'ecstasy e dei rave (prima accettata e poi repressa dal potere) si è già trasformata per molti in un incubo. I Manic Street Preachers fanno uscire fuori una nuova generazione di consumatori di musica, che vogliono intelligenza, cultura e valori in quello che ascoltano. Le ragazze, di cui è composta gran parte di questa nuova generazione, rimangono affascinate da Richey Edwards, che con la sua aria spaventata e inquieta da intellettuale disperato diventa l'eroe rock che tutti aspettavano.

Inseriti nello stesso meccanismo pop del brit-rock, i Manic si trovano però improvvisamente a vivere in un cortocircuito molto pericoloso: nonostante siano praticamente una band di militanti politici, hanno lo stesso successo di pubblico degli Oasis, sono su tutte le prime pagine dei giornali e le ragazze impazziscono per loro. È lo stesso pericoloso cortocircuito che in quegli anni sta distruggendo la vita di Kurt Cobain. Nonostante il successo, i Manic Street Preachers continuano a considerare il rock come “edutainment” e per questo la critica li giudica presuntuosi e molti giornalisti cominciano a dubitare della loro integrità morale. Richey reagisce con ansia. Sa bene che l'autenticità della sua posizione nei confronti del mondo può essere messa in dubbio continuamente nel mondo dello showbiz, soprattutto quando la band vende dischi e le ragazze impazziscono per lui.
È disposto a fare qualsiasi cosa per mostrare a tutti che lui ci crede davvero.
Il 15 maggio del 1991 Steve Lamacq, reporter del settimanale inglese Nme, punto di riferimento di tutta la scena rock inglese e termometro dei gusti giovanili, va a vedere un concerto dei Manic Street Preachers all'Arts Center di Norwich e incontra Richey nel backstage. Steve è un profondo conoscitore degli ideali del punk rock e non accetta che vengano sfruttati per fare successo. Durante l'intervista, Richey non riesce a convincerlo sulla sincerità della sua arte. Allora decide di fare uno dei gesti rock'n'roll più sconvolgenti di sempre: mentre parla, tira fuori dalla tasca un coltello a serramanico e comincia a incidersi l'avambraccio sinistro.
Il primo taglio è il più profondo e quasi recide un'arteria, ma nonostante stia perdendo molto sangue, Richey va avanti finchè non finisce di scrivere la sua dichiarazione di intenti: “4 real” cioè “davvero”. Prima di venire trasportato in ospedale, Richey si alza in piedi e mostra il braccio al fotografo che ha accompagnato Steve, per uno scatto che rimane nella storia. Il suo sguardo di fuoco, intenso ma sereno e lucido nonostante il dolore, convince tutti.
Richey diventa l'ultima rockstar intellettuale, lancia proclami («spazzeremo via ciò che resta della cultura pop e la reclameremo come nostra») e scrive pagine e pagine di furiose parole nichiliste, che i suoi compagni di band hanno il compito di trasformare in canzoni, parole che spesso suonano come slogan per una rivoluzione generazionale:

Il rock'n'roll è la nostra epifania.
Cultura, disperazione, noia, alienazione.
(Little Baby Nothing)

Nessuno prima di lui ha mai parlato in una canzone pop di anoressia e autolesionsimo. Lui lo fa con Roses in the Hospital e 4st7lb («c'è una dignità così bella nella automutilazione»). Parla anche dell'insonnia e di come l'alcool possa aiutare nella ricerca della serenità, annuncia che si darà fuoco durante una puntata di Top of the Pops e poi va a parlare agli studenti universitari esortandoli a studiare e a non perdere tempo con le feste e la birra, rilascia interviste in cui parla della politica estera di Hitler (che ha studiato all'università) e attacca i giovani che dichiarano di non sapere cosa sia l'Olocausto.
Nella redazione di Nme cominciano ad ammassarsi le lettere dei fan. Alcune sono scritte con il sangue, altre con ritagli di pagine di bellezza e rubriche di psicologia strappate dai magazine patinati. Molti ragazzi sentono una intensa empatia con Richey. Anche loro soffrono dello stesso inspiegabile disagio interiore e apprezzano il fatto che Richey ne parli nelle canzoni, svelando pensieri finora tenuti nascosti per paura e vergogna. «Fin da quando ero bambino ho sempre avuto molta difficoltà a esprimere come mi sento – dice Richey in una intervista – è una emozione molto inglese: tenere le cose dentro, imbottigliate una sopra l'altra, schiacciate, nascoste. Alcune ogni tanto vengono fuori».

Negli anni seguenti i Manic Street Preachers continuano a creare musica per accompagnare le sua visioni, Richey scrive Faster, il suo manifesto di autolesionismo («mi chiamano macellaio, ma sono un architetto») ma comincia a distanziarsi sempre di più dal pubblico.
La sua salute mentale comincia a degenerare e la sua angoscia si trasforma in un devastante tunnel di droga, alcool e anoressia, mentre il senso di non appartenenza e di incomprensione con il resto del mondo lo porta a nascondersi sempre più.
Comincia a pensare di non potersi identificare con nessuno se non con gli emarginati, tossici, prostitute, malati mentali.
Nel maggio del 1994 i Manic Street Preachers suonano per la prima volta in Portogallo. Un reporter ottiene una intervista con Richey e lo trova chiuso in una stanza d'albergo, sdraiato a letto completamente al buio; mentre ascolta The End dei Doors e beve una bottiglia di whisky, gli dice: «siamo l'ultima realtà marxista della storia d'Inghilterra».
Richey passa i due mesi seguenti chiuso nella sua casa di Cardiff, in preda ai suoi incubi. Nell'agosto del 1994, lo stesso mese in cui esce The Holy Bible, viene ricoverato prima al Witchurch Hospital di Cardiff e poi alla Priory Clinic di Londra. Un comunicato stampa dice che: «ha bisogno di aiuto professionale psichiatrico per risolvere alcuni problemi legati ad una malattia».
A settembre viene dimesso e raggiunge i compagni impegnati nella promozione dell'album, che diventa il loro maggiore successo.
Richey incontra di nuovo un reporter di Nme il 16 ai Bluestone Studios nel Pembrokshire, durante le prove del tour. La casa discografica dei Manic sta infatti progettando quello che rimane l'obiettivo finale di tutte le band inglesi di successo, la conquista dell'America: la band sta per partire per un tour negli Usa che dovrebbe aprirgli le porte del mercato più grande del mondo.
Richey racconta al reporter di Nme cosa gli è successo: «la mia mente non funzionava bene. Ed era diventata più forte del mio corpo. Costringeva il mio corpo a fare cose che non ero in grado di controllare. Questo voleva dire che ero malato. Allora, per la prima volta, ho avuto paura». Poi discute con lui dell'ultimo album dei Nirvana In Utero. Kurt Cobain si è suicidato da poco e quando il reporter sottolinea gli evidenti parallelismi fra i testi di In Utero e The Holy Bible, Richey nega che quelle canzoni siano il suo addio e aggiunge: «per quanto riguarda quella parola che inizia con la S non mi è mai venuta in mente. Sono più forte».

A dicembre i Manic Street Preachers suonano una serie di date al Club Astoria di Londra. Dal vivo le canzoni del nuovo album sono potenti e di grande qualità, ma il suono della band è confuso e Richey sembra svuotato e perso.
L'ultima sera, in un momento di furore ed euforia, i Manic chiudono il concerto distruggendo tutti gli strumenti. È l'ultima apparizione di Richey in pubblico.
Il 1 febbraio del 1995, Richey esce dall'Hotel Embassy di Londra a pochi giorni dall'inizio del tour americano.
La sua macchina viene ritrovata il giorno dopo nella stazione di servizio Aust sul lato est del Severn Bridge.
Secondo le ricostruzioni della polizia, Richey torna a Cardiff, entra nel suo appartamento, lascia sul tavolo passaporto e carte di credito e poi sparisce nel nulla.
Il 6 novembre del 1996 un turista inglese lo riconosce in un mercatino di Goa, in India. È il primo di una lunga serie di avvistamenti, tutti rivelatasi infondati, così come le voci che lo danno per annegato nel Liffley, il fiume che attraversa Cardiff.

Il mistero di Richey Edwards rimane come uno dei casi irrisolti più famosi d'Inghilterra. Se è morto, nessuno sa come e dove, né perché il suo cadavere non sia mai stato recuperato. Se ha deciso di scappare, si è nascosto dove nessuno riesce a trovarlo. Anche una rockstar può sparire nel nulla.
I Radiohead dedicano alla storia del ribelle Richey una canzone How to Disappear Completely:

that's there, that's not me. I go where I please. I walk through walls. I float down the Liffey. I'm not here. This isn't happening. I'm not here, I'm not there

Nicky Wire, Sean Moore e James Dean Bradley decidono di continuare come trio e pubblicano altri quattro album dei Manic Street Preachers Everything Must Go, This is My Truth Tell Me Yours, Know Your Enemy e l'ultimo Lifeblood.
Continuano a pensare che Richey sia vivo e che si sia nascosto da qualche parte per dimenticare il tormento che ha segnato la sua vita e le sue canzoni. Ancora oggi, quando sono sul palco, pronunciano il nome del loro amico presentando la formazione della band. Intanto, i soldi dei diritti d'autore delle canzoni scritte da Richey continuano a venire versati su un conto in banca a suo nome. Nessuno li ha mai toccati.

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venerdì 29 gennaio 2010

Addio Mr Caulfield 1919-2010



NEW YORK — Poche ore dopo l’annuncio della sua morte, il settimanale «New Yorker» ha messo online i 13 racconti che dal 1946 al 1965 furono pubblicati sulle sue pagine. Contemporaneamente, su Twitter, Bret Easton Ellis, gioiva per la sua scomparsa, a testimonianza della grandezza, non priva di contrasti e polemiche, del leggendario autore de Il giovane Holden. Il 91enne J.D. Salinger — «La Garbo della letteratura», come l’ha ribattezzato il «New York Times» — si è spento nella sua casa di Cornish, nel New Hampshire, dove viveva da auto recluso da più di cinquant'anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal figlio Matt. La conferma è poi giunta dall'agente, secondo cui il decesso è avvenuto «per cause naturali, senza dolore alcuno».

Jerome David Salinger era nato a Manhattan il primo gennaio 1919, figlio di Sol Salinger, un ebreo di origini polacche che operava nel commercio di carni, e diMarie Jillich, di origini metà scozzesi e metà irlandesi. Quando si sposarono, la madre di Salinger cambiò il proprio nome in Miriam e si convertì all'ebraismo; J. D. non seppe che sua madre era convertita fino al giorno del suo bar mitzvah. Dopo le scuole superiori s'iscrive alla New York University che abbandona nella primavera del 1937 per imbarcarsi su una nave da crociera. In autunno si fa coinvolgere nell'azienda del padre, che lo spedisce nella filiale della sua ditta a Vienna. Riesce a scappare un mese prima dell'annessione da parte della Germania nazista, quando la sua stessa vita improvvisamente è in pericolo. Tornato in America, frequenta il corso di scrittura della Columbia University, e nel 1940 pubblica il suo primo racconto. L'anno dopo inizia un'appassionata relazione con Oona O'Neill, figlia di Eugene O'Neill, che però non esita a mollarlo per Charlie Chaplin. Nel 1942 parte come soldato alla volta dell'Europa, dove partecipa allo sbarco ad Utah Beach nel D-Day e alla battaglia delle Ardenne. Assegnato al controspionaggio, è tra i primi a entrare nei lager tedeschi. «È impossibile non sentire più l'odore dei corpi bruciati, non importa quanto a lungo tu viva», la figlia Margaret ricorda di avergli sentito dire. Anche in guerra non smette mai di scrivere e, al ritorno, inizia a collaborare con il «New Yorker».

Il giovane Holden (edito in Italia da Einaudi), manifesto della ribellione giovanileda ormai tre generazioni, esce nel 1951 e riscuote un immediato successo, anche se le prime reazioni della critica furono negative. Dopo la pubblicazione di Nove Racconti nel 1953, J. D. Salinger si ritira a vita privata difendendo la propria privacy con un’ostinazione quasi patologica, sino a raggiungere un isolamento da eremita. Da allora le notizie su di lui si fanno frammentarie e contraddittorie. Di certo si sa che ha collezionato ben tre mogli: la tedesca Shula, da cui divorzia nel 1945 dopo solo otto mesi; la studentessa Claire Douglas, da cui ebbe due figli, Margaret e Matt e l’attuale, Colleen O’Neil, sposata nell’88. Nel 2000, sua figlia Margaret, con l’aiuto della madre Claire, pubblica l’autobiografico «Dream Catcher: A Memoir» (edito in Italia da Bompiani con il titolo L’acchiappasogni) dove fa a pezzi il padre descritto come un sadico, capace di terribili violenze psicologiche sui familiari più stretti che, avrebbe «costretto a vivere da prigionieri virtuali». All’indomani della sua scomparsa resta il mistero dei suoi inediti. Un’amante che aveva avuto negli anni Sessanta, finita la relazione, disse che Salinger scriveva regolarmente e aveva completato almeno altri due romanzi. Pare mettesse un segno rosso sui manoscritti che si potevano pubblicare così come sono e uno blu su quelli da revisionare.

Video Corriere della Sera

Fanculo ad Ellis. Non gli è rimasto che lucrare sulla morte di una persona per mettersi in mostra. Caro Bret easton Ellis, impara a scrivere di nuovo, visto che i tuoi romanzi sono sempre stati pagati fior di miliardi e adesso non riesci più a scriverne nessuno. Dalle regole dell'attrazione che per me sei morto. Ma forse è priorio questo quello che vuoi fare, far parlare di te e dei tuoi fottuti libri morti.

Un pensiero di Salinger:

Ragazzi, quando morite vi servono di tutto punto. Spero con tutta l’anima che quando morirò qualcuno avrà tanto buonsenso da scaraventarmi nel fiume o qualcosa del genere. Qualunque cosa, piuttosto che ficcarmi in un dannato cimitero. La gente che la domenica viene a mettervi un mazzo di fiori sulla pancia e tutte quelle cretinate. Chi li vuole i fiori, quando sei morto? Nessuno.

domenica 24 gennaio 2010

Madness




Madness

Oggi ho scoperto di non essere solo
ho la mia follia con me e non me ne pento.
Nascosta in un angolo straziato della mia mente l'ho fatta mia e riesco a governarla.
Sento le loro voci dilatate dall'assillo
sviscerare grevi la loro tormentata esistenza
;Io sono;
ansito di un respiro vibrante d'odio
innocente messaggero dagli occhi puri crocifisso
ignobile eccezione compassata
simbolo della sofferenza umana voglio essere
accecato dal senso di rabbia esisto
;Non mi avrete mai;
I vostri squallidi pregiudizi
sono solo ecumeniche parole scevre di essenza;
un'altra alba nasce e si infrange sulla mia scomposta figura
sono qui da solo al buio e al freddo
che piango e attendo la pace eterna
un mondo in cui si possa davvero vivere con il cuore
& non essere soltanto un altro cereo pezzo
di questo fottuto sistema.
;Non mi avrete mai;
Io sarò.