domenica 16 dicembre 2007

Sunday Blues #002






Sunday blues #002

On Sunday I sometimes immagine myself to be reflected in a mirror.

I can’t see my natural madness.

I drink dozen bottles of beer to kill time.

I’m awake & I can’t feel alive.

Love consumes and idomitable dissolves our minds in a glimmer of substance.

I chose the path of a lonely relationship

of days of indolence

of acid colours

of crazy harmony.

sabato 15 dicembre 2007

sunday blues #02

La domenica a volte immagino me stesso riflesso in uno specchio.
Non riesco a scorgere la mia naturale follia.
Bevo decine di bottiglie di birra
per ingannare lo scorrere del tempo
che giunge inesorabile nelle tarde ore del mattino.
Sto sveglio & non riesco a sentirmi vivo.
L'amore devasta le nostre menti sciogliendo indomito un barlume di sostanza.
Ho scelto la strada della solitaria sbornia
dei giorni facili
dei colori acidi
della pazza armonia

Immagini introverse

Ritrovai la purezza delle immagini
nelle riprese otto millimetri
amatoriali & banali
di una donna
& per un momento apprezzai di nuovo
la vita reale
quella dei colori
quella dei frastuoni
del folclore
delle anime felici ma soggiogate

Ansia (from my book décadence-introverse images)

Il cuore dilaniò l’incoscienza nell’attesa di un’ebbra incostanza di formalismo etnico
denigrai la truce emarginazione di un sogno immortalandolo con il fuoco labile & cancerogeno di una sigaretta.
;visus;
Il fumo non fece altro che spandersi nella macchina, vorticosamente, tra i finestrini & il mondo circostante inflazionando sommessamente la cenere concitante dei miei gesti.
Non ebbe affatto un effetto terapeutico anzi accentuò il mio trasgredire alla normale fisionomia dell’ora cosa molto sconcertante per colui che era attento al minimo particolare.
Giunsero in una grigia nube di ipocrisia anche in ritardo le loro facce erano inaccettabili in quella determinata sede quasi volessi cancellarle ritagliai uno spazio di suscettibile macchinazione.
Un sorriso invase la mia sordida insolenza non appena vidi lei incerta se salutarmi calorosa o meno
-era un suo difetto-
non lasciava trapelare le proprie apparenze se non da chi voleva lei.
La sua amica era perplessa nel percepire ciò che stava accadendo fu come una coincidenza, legata ad un lampo di genio, salii in macchina.
Chiacchierammo animatamente riflettendo insanamente la falsa luce marginale del mito materia divenuta la cosa fu molto cupa.
Ci ritrovammo a gradire un sordido & occasionale involucro di sostanza
facendo finta di non notare la nuova arrivata
mentre lei dall’alto del suo turpiloquio
lacerava lenta & greve la sostanza del mio essere.
Nei miei sogni era lei la chiave.