martedì 30 settembre 2008

James Byron Dean

James Byron Dean (Marion, 8 febbraio 1931 – 30 settembre 1955)







The Unlighted Road





part 3

http://it.youtube.com/watch?v=9K0rO0aeYPE

giovedì 25 settembre 2008

Vanificazioni


Ritengo che sia stupido avere un blog.
Ritengo che si ancora più stupido riportare su di un blog le citazioni di altri scrittori.
Ma essendo l'uomo contraddizione di sé stesso ed il suo opposto, io non posso far altro che arrendermi al mio istinto di esistenza che mi sovrasta.
Premetto che sono contro il divenire, nel senso metafisico del termine.
Cioran.
E. Cioran è contro la carriera universitaria. Si definisce un pensatore privato.
Egli dice che l'università ha ucciso la filosofia.
La filosofia non dovrebbe essere un oggetto di studio ma bensì qualcosa che si vive di persona. Un'esperienza personale.
Si ritiene fortunato perchè è riuscito ad evitare la carriera universitaria.
Se così fosse stato, avrebbe dovuto assumere un atteggiamente serio, avrebbe dovuto adottare un pensiero impersonale.
Come quello che oggi la maggior parte di noi ha.
Una volta Cioran disse ad un filosofo francese titolare di una cattedra di filosofia:
"Lei è pagato per essere impersonale."
"è questa gente che parla di ontologia, di problematica della totalità".

giovedì 18 settembre 2008

Claude Ollier




Claude Ollier nacque primogenito a Parigi da Maurice Ollier, un assicuratore, e da Marguerite Valente, figlia di un piccolo borghese. Appena nato, Claude mostrò subito dei problemi respiratori, così la famiglia dal il 1926 al 1930 fece continuamente vacanze al mare ed in montagna, dove la sua salute migliora. Durante queste vacanze il giovane Claude s'interessa di Letteratura leggendo soprattutto Verne.
Nel 1958 pubblicò il suo primo romanzo con il titolo La messa in scena e nello stesso anno divenne il primo vincitore del prestigioso Prix Médicis. L'anno dopo tornò in Marocco e nel 1960 decise di lasciare definitivamente l'Africa per dedicarsi all'attività di scrittore dopo un viaggio di sei mesi negli Stati Uniti. Nello stesso anno conobbe Italo Calvino, Fernando Arrabal, Robert Pinget, Hugo Claus e Charles Tomlinson, poi partì nuovamente, questa volta per Cuba e il Messico. Di ritorno in patria aderì alla corrente letteraria Nouveau roman.
l Nouveau Roman è una corrente letteraria nata in Francia tra gli anni 50 e 60. Il termine Nouveau Roman, usato per la prima volta da Émile Henriot in un articolo su Le Monde, rappresenta un gruppo di autori tra loro contemporanei che hanno in comune esigenze comuni più che un proprio movimento.
Le varie esperienze hanno in comune il rifiuto del personaggio e delle normali vicende per focalizzarsi sulle caratteristiche della realtà che esulano dalla soggettività umana.
I testi prodotti da questa nuova tendenza descrivono con minuzia di particolari gli oggetti e la realtà esterna come se intervenisse la macchina fotografica. Il nouveau roman vuole evidenziare la condizione dell'uomo nella società moderna, basata sull'industrializzazione, la tecnologia, la scienza.
Il tipo di narrativa che i testi appartenenti al nouveau roman propongono si basa sull'oscura leggibilità e si preoccupano maggiormente delle cose che dell'uomo.
Tra gli scrittori che si possono definire appartenenti al nouveau roman i più significativi sono Gérard Bessette, Michel Butor, Marguerite Duras, Claude Ollier, Robert Pinget, Jean Ricardou, Alain Robbe-Grillet, Nathalie Sarraute, Claude Simon.
Riprese la penna nel 1964 scrivendo La morte del personaggio per la stazione radiofonica Radio-Stuttgart. L'opera fu letta nel corso di più puntate ottenendo un discreto successo. Da allora collaborò sempre più spesso con le varie stazioni radio francesi.

Nell'inverno del 1966 soggiornò a Berlino e, forte di questa esperienza, scrisse quattro libri, che formarono il ciclo del Giovane infante, pubblicati solo tra 1972 e il 1975. Nel 1967 tornò in Germania su invito della stazione radio Länder e poi nel 1969 decise di studiare un trimeste all'Università Laval del Québec. Nel 1971 lasciò la Nuoveau roman dopo un acceso dibattito letterario e si trasferì ad Aix-en-Provence, dove insegnava Marie-Odette, la sua amata; i due si sposarono ed ebbero un figlio nel 1972

Riprese a viaggiare nel 1977, visitando la Thailandia, Singapore e la Malaysia. Ritornato in patria, scrisse Marrakch Médine, che ottenne il Prix France Culture nel 1979. Successivamente scrisse Mon Double à Malacca e viaggiò per l'Europa orientale, ritornando per un breve periodo in Marocco.

Dal 1983 al 1989 scrisse diversi romanzi: Una storia invisibile, Truquage en amont, Oscurazione e Feuilleton. Nel 1990 visitò l'Australia, nel 1991 la Giordania, per scrivere un libro su Petra, e poi anche Gerusalemme. Tra il 1993 e il 1995 scrisse Aberration en hommage à l’aïeule andalouse.

Estratto:

Claude Ollier
da “Per mantenere l’ordine” in Estate indiana, Einaudi, 1967

Il primo foglio del notes è ancora vergine, salvo la data scritta in alto a sinistra: lunedì tredici agosto. Rimane da scrivere la lettera, da redigere il riassunto intellegibile degli ultimi tre giorni. Ma non c’è pericolo che il destinatario, vittima di uno o di diversi errori di prospettiva, non ne valuti esattamente la portata?
Limitarsi all’episodio, attuale, senza farlo precedere da una breve esposizione non significa forse già falsarne il tenore? Ma in questo caso, fin dove risalire nella concatenazione dei fatti? Ai disordini del mese scorso, all’atmosfera nuova che regna dalla instaurazione del coprifuoco o addirittura al primissimo inizio degli avvenimenti? E anche così? …Non bisognerebbe risalire ai primissimi inizi dell’impresa, all’epoca in cui sono state montate le prime rotelle dell’ingranaggio? Senza arrivare fin lì, dev’essere possibile tracciare un quadro chiaro e preciso della recente evoluzione, e quale potrebbe essere più significativo della pianta stessa della città, sovraccarica di punti di riferimento da mesi segnati giorno per giorno? C’è forse una relazione più eloquente di quel canovaccio di croci multicolori che a poco a poco si delinea sul grande rettangolo violaceo, che si sviluppa a ghirlande all’annuncio dei disordini e della conseguente repressione?
Ogni sera, quando il traffico è finito, il comandante si siede alla scrivania, redige il suo rapporto, poi si alza, con una serie di matite colorate in mano, si volta verso la carta attaccata alla parete e traccia qui una crocetta azzurra, lì una verde, o gialla, rossa, nera, secondo la categoria dell’attentato o del danno compiuto. A volte esita, incerto sul carattere dell’incidente, o tentato di segnare con diverse croci un ‘azione che giudica particolarmente importante. E’ anche accaduto, nei primi mesi, che non avesse da segnare niente per tutta una settimana. Ma quel tempo è ormai lontano. Da allora, le croci si sono talmente moltiplicate che in due o tre punti manca lo spazio per tracciarne di nuove: il comandante le sistema come può nelle immediate vicinanze dei luoghi maledetti, le inserisce in qualche angoletto dove, a essere giusti, non è mai succeso niente. Altri settori, al contrario, sono rimasti intatti, rarissimi, e sono loro adesso che sembrano sospetti.
Così, un quarto ordine si sovrappone a quelli delle vie e dei vicoli ciechi, dei sensi vietati, delle terrazze e delle comunicazioni occulte, un ordine che, nella sua quotidiana dispersione, può parere foruito, ma del quale, dopo un certo tempo, si precisano le strutture, si confermano, s’impongono. Per i non iniziati, tutte quelle croci di uguale grandezza rimandano ad azioni di uguale gravità. In realtà, a qualcuna di loro è collegato il ricordo di un momento privilegiato - inaugurazione di una nuova fase della lotta, spettacolare imboscata, punto culminante di un lungo periodo di tensione.
La maggior parte delle croci, tuttavia, indica solo episodi molto normali, elementi banali di un’abitudine ormai consolidata - come le due nuove croci che il comandante ha tracciato ieri sulla carta: la prima dietro il mercato coperto, su una piazzetta dove era stato assassinato uno scrivano pubblico; la seconda all’estremità nord della città, al numero 17 di rue Lalla-Sfia.
Lì, nella notte tra sabato e domenica, poco prima delle due, nell’ingresso di una casa dall’aspetto agiato, scoppia una bomba.


____________


martedì 16 settembre 2008

Has gone



(David Foster Wallace, 21/02/1962-12/09/2008)

Non riesco a credere in Dio



Quando soffro, non riesco a credere in Dio. Sarei troppo dolorosamente consapevole della mia impotenza se mi lamentassi di - e con - un Essere irraggiungibile.
Nel dolore, me la prendo solo con me stesso. Nella disgrazia con coloro alle cui buone opere la devo.

Jean Genet

lunedì 15 settembre 2008

Nietzsche e Dostoevskij

V. Strada Le veglie della ragione Einaudi Torino 1986 pagg. 69-71

I rapporti tra Nietzsche e Dostoevskij sono molto complessi e la loro complessità deriva anche dal fatto che essi sono paradossalmente reciproci. Infatti se Nietzsche fu un lettore interessato e ammirato di Dostoevskij quest’ultimo che nulla sapeva del filosofo tedesco ne anticipò temi e tesi fondamentali facendoli oggetto della sua ricerca dialogico-romanzesca. Le assonanze tra Dostoevskij e Nietzsche hanno richiamato da tempo l’attenzione critica e il parallelo tra loro è diventato canonico quanto quello tra Dostoevskij e Tolstoj. Del resto è ormai appurato che proprio Tolstoj e Dostoevskij furono per Nietzsche la fonte prima della sua concezione del Dio cristiano e che con questi grandi russi l’autore dell’Anticristo intrattenne un dialogo sotterraneo intessuto di illuminazioni e di ripulse. Solo di recente però alcune fasi decisive di questo dialogo sono state portate alla superficie ed è possibile ora porre l’ampio problema dei rapporti Nietzsche-Dostoevskij su una base filologicamente piú sicura. Mi riferisco in particolare agli appunti di lettura dei Demonî di Dostoevskij che Nietzsche conobbe nella traduzione francese uscita a Parigi nel 1886.
Nietzsche lettore dei Demonî trascura l’attualità politica del romanzo la quale anzi quasi certamente gli era ignota. L’assenza del momento politico dall’orizzonte di lettura del romanzo non è cosa trascurabile perché per Dostoevskij il “caso Neciaev” trasfigurato nei Demonî non fu un mero dato di cronaca bensí la manifestazione essenziale di una crisi di cui egli a partire almeno dalle Memorie del sottosuolo aveva anticipato la presenza e di cui da tempo aveva iniziato l’analisi. Crisi metafisica secondo Dostoevskij che diventa necessariamente crisi politica e che nella rivoluzione trovava la sua naturale sede di sviluppo. Per Dostoevskij il nichilismo era un fenomeno metafisico-politico e non è un caso che questo termine che in Occidente a partire da Jacobi aveva un significato puramente filosofico in Russia sia servito a designare il movimento rivoluzionario. Se nella prefazione per la Volontà di potenza Nietzsche poteva scrivere: “Ciò che racconto è la storia dei prossimi due secoli. Descrivo ciò che verrà ciò che non potrà piú venire diversamente: l’avvento del nichilismo” lo stesso avrebbe potuto scrivere Dostoevskij a premessa dei suoi romanzi anche se non solo il suo atteggiamento verso il nichilismo era antitetico a quello di Nietzsche ma diverso era in parte il contenuto stesso che in lui assumeva questo concetto contenuto per lui inevitabilmente anche politico. Qui oltre alle differenze personali conta evidentemente anche la differenza tra punti di vista storico-nazionali: era in Russia infatti che le idee nichiliste si erano tradotte in un nuovo tipo di azione rivoluzionaria.
Nietzsche è interessato dalla figura di Stavrogin ma i centri maggiori di attenzione indicati nei titoli dei gruppi di annotazioni (Psicologia del nichilista La logica dell’ateismo e Dio come attributo della nazionalità) confluiscono sul suicidio di Kirillov e sulla sua filosofia dell’uomo-dio. Il contesto dell’interesse di Nietzsche per i Demonî e in particolare per Kirillov è quello della sua riflessione sul nichilismo che per l’autore della Volontà di potenza consiste in una svalutazione dei valori tradizionali (morali metafisici religiosi) finora ritenuti sommi ma è una svalutazione che deriva necessariamente dalla natura di quei valori i quali nella fase estrema della loro storia si autosmascherano e si autoannullano applicando a se stessi quel culto della verità da loro stessi coltivato. Nietzsche dice che “il perfetto nichilismo è la necessaria conseguenza degli ideali finora coltivati” mentre l’epoca in cui viviamo è quella di un “nichilismo incompleto” e di vani “tentativi di sfuggire al nichilismo”. Nel nichilismo “spontaneo” per cosí dire e “incompleto” della nostra epoca di transizione Nietzsche si reputa colui che porta la “consapevolezza” del nichilismo favorendo cosí lo svolgimento di quest’ultimo alla sua “completezza”. Su questo nichilismo perfetto egli opera la sua “transvalutazione” di tutti quei valori che erano stati alla base del nichilismo stesso e in tal modo vuole aprire la via verso l’esodo dal nichilismo. Ma mentre il nichilismo era un evento necessario il suo superamento è un evento possibile cioè politico e l’Anticristo Nietzsche è l’autore appunto di un Antivangelo salvifico: “Il mio problema scrive egli in un frammento intitolato Superuomo non è di stabilire che cosa possa prendere il posto dell’uomo bensí quale specie di uomo debba essere scelta voluta allevata come specie di valore superiore...”. Contro un nichilismo “decadente” Nietzsche afferma il suo nichilismo che potremo chiamare creativo in cui la lunga morte di Dio diventa una sua liberatoria uccisione e l’uomo liberatosi dall’oppressione divina acquista egli stesso una sorta di divinità riappropriandosi feuerbachianamente sulla terra dei. suoi attributi che aveva proiettato in cielo.
Dostoevskij coglie perfettamente nei suoi romanzi la logica del nichilismo che non è semplicemente ateistico bensí rigorosamente antiteistico anche se per lui il nichilismo non è la conseguenza immanente dei valori tradizionali cristiani ma una loro negazione nata in seno a una particolare versione storica (cattolica e protestante) di quei valori. Nei Demonî l’antiteismo si dirama in una serie di figure che ne manifestano le potenzialità: dalla noia metafisica di Stavrogin al costruttivismo sociale di Sigalëv. Ma è in Kirillov che la “logica dell’ateismo” si dispiega con una coerenza esemplare. Nel suo incontro con Verchovenskij poco prima del suo suicidio Kirillov chiarisce non soltanto la logica antiteistica dell’autodeificazione dell’uomo bensí anche il significato redentivo che egli attribuisce al suo proprio suicidio: con questo atto ragiona egli con folle coerenza non soltanto egli si riappropria della sua libertà trasferita in Dio ma novello Salvatore apre all’umanità la via della rivolta metafisica e della libertà totale restituendole l’attributo principale della divinità: lo svoevolie cioè l’arbitrio come libertà illimitata. L’uomo nuovo e superiore che nascerà da questo primo atto consapevole di liberazione e di salvazione secondo Kirillov dovrà rigenerarsi anche fisicamente poiché “nell’aspetto fisico attuale (...) non si può affatto essere uomo senza il vecchio Dio”. Che poi il suicidio di Kirillov serva da copertura per il delitto organizzato da Verchovenskij non è una mossa denigratoria di Dostoevskij poiché la grandezza di Kirillov non ne è sminuita bensí piuttosto è una sua geniale comprensione della trama in cui l’antiteismo viene ad essere impigliato.
Il suicidio “logico” di Kirillov sembra agli antipodi del vitalismo “dionisiaco” di Nietzsche se non si pone mente al fatto che si tratta di un suicidio sacrificale e simbolico la cui missione soteriologica è quella di aprire la via ad un “oltreuomo” trasformato anche biologicamente. In questo senso Kirillov è ancora “cristiano” ma “cristiana” è anche la soteriologia antiteistica di Nietzsche. Il punto di divergenza tra Nietzsche e Kirillov sta nell’incanalamento dell’energia vitale liberata dalla negazione di Dio.

John Cooper Clarke

This fucking man

martedì 9 settembre 2008

Assenza/essenza




L'identità umana è il frutto di un processo sociale di natura dialettica.
Cogito ergo est. Intrattenimento dell'essere con sé stesso. Suicidio metafisico. Kirillov nei Demoni di Dostoevskij. Negare Un Dio. Radicale aberrazione. Non esisto.
Totale libertà dell'uomo. Parvenza d'essere. Non divenire atroce e sconsiderato.
Giaci immobile e taci.
Dolore e sregolatezza.

lunedì 1 settembre 2008

Il Genio



Puttana

















Photo by Rikki Kasso

Puttana

Dopo quattro pinte di birra
sono quasi riuscito a credere che tu mi amassi.
I tuoi occhi insolenti e lucidi
ne erano la prova.
Hai rovinato tutto poi
infilando quel cazzo di piede
nelle mie più intime perplessità.

;Ti sei guardata allo specchio e hai messo il rossetto;

Ti stavi preparando a prenderlo in bocca,
ti saresti sentita ancora e per l’ennesima volta una donna.
Mi hai spezzato il cuore & ne sei consapevole,
ti piace farlo e non hai pietà.
Tu che gridi nuda per casa e fai finta di non vedermi
Io che bevo al buio una bottiglia di Jack Daniel's e alzo il volume su Glenn Gould.

Adesso te lo metterò dentro e tu godrai,
succhierò il tuo sesso e ci infilerò un dito.
Più tardi quando sarò solo lo annuserò
e penserò a quando ancora ero capace di amare una donna.



Whore

After four pints of beer
I almost managed to believe you loved me.
Your insolent and shiny eyes
were the proof.
Then you ruined everything
sticking your goddam foot
Into my most secret doubts

;Looking at yourself in the mirror you put on your lipstick;

You were getting ready to take it in your mouth,
You would have once again and for the nth time felt like a woman.
You broke my heart and you are well aware of it,
You like to do it and you are without mercy.
You who wander naked about the house pretending not to see me
as I drink a bottle of Jack Daniel's in the dark and turn up the volume on Glenn Gould.

Now I will stick it in you and you will feel pleasure,
I will suck your slit and stick a finger in.
When I am alone later I will sniff it
And I will think back to the times when I was still capable of loving a woman.

Décadence new face/nuova veste grafica by Rikki Kasso



Rikki Kasso noto fotografo di Tokyo e New York ha deciso di concedermi una delle sue geniali foto per la realizzazione della nuova edizione di Décadence.

http://tokyoundressed.blogspot.com/

http://rikkikasso.com/KASSOPIA/Kassopia_Open.html